Opere

Il dipinto, databile ai primi anni Venti, la stagione più brillante e ricca di opere dell’artista, propone uno dei temi più amati, riproposto con varianti sempre nuove. Qui una prosperosa balia tiene tra le braccia un piccolino di pochi mesi, mentre la sorellina più grande gioca ai suoi piedi. Le siede al fianco, elegantissima, la giovane madre.

Interessante quest’opera perché documenta una realtà sinora poco manifesta: il grande numero non solo di signore e balie ma anche di uomini ai giardini, un po’ di tutte le classi sociali, occupati per lo più a leggere il giornale, qualche volta anche a fare i galanti o con un piccolino in braccio, spesso in gruppo a parlare tra loro o con le signore.

Al pittore interessa raccontare la vita giorno dopo giorno, nel mutare delle stagioni. Qui siamo agli ultimi tepori prima del freddo, con mamme e bambini di spalle davanti alla grande vasca ovale dei Giardini, quella medesima che, circondata da festosi bimbetti ed eleganti giovani mamme gli ha ispirato l’opera poi acquistata dal Re d’Italia.

Sono sempre serene e festose le scene riprese dalla realtà e trasposte in dipinti come questo, con bambini accuratamente ritratti nei loro pagliaccetti e cappellini presi dai loro giochi mentre mamme, balie e nonne siedono in panchine protette dal sole grazie dal frondoso albero in fiore.

L’opera è ispirata dall’amore per Venezia, città in cui l’artista più volte ritorna soggiornandovi a lungo, amandone gli splendori dell’arte, disegnando e dipingendo chiese, calli, campielli dalla Chiesa di san Zaccaria alla Basilica di San Marco, dalla Riva degli Schiavoni, al Ponte del Rialto all’Isola di San Giorgio...

Le vedute dei navigli milanesi sono uno dei soggetti che più hanno attratto i pittori, anche Zago. Questo dipinto raffigura le lavandaie al lavoro in estate. Ma il pittore riprenderà il tema anche nella stagione fredda, disegnando questa volta lavandaie inginocchiate sulle pietre a sbattere lenzuola, le mani nelle acque gelide.

Naturalmente non mancano dipinti ispirati dalle bellissime piazze romane come appunto Fontana di Trevi, Piazza del Popolo, Piazza Navona, Trinità dei Monti ma anche la maestosa e solenne piazza della Basilica di San Pietro. Né ha trascurato i monumenti dei fori imperiali, il Colosseo, l’Arco di Tito, l’Appia antica.

Milano è la città dove è vissuto e quindi è la più raccontata, anche nei quartieri meno centrali come lungo i navigli o nella grande piazza da cui si vede la bianca guglia della Madonnina con i palazzoni e le tende del mercato sotto casa. Una carrozza con cavallo e vetturino, tra le numerosissime disegnate e dipinte, sempre diverse l’una dall’altra.

Uno dei numerosi autoritratti di Erma, databile tra gli anni Venti e i primissimi anni Trenta in cui l’artista si ritrae nel pieno della maturità artistica con lo sguardo penetrante e deciso di chi sé soddisfatto di sé.

Anche a Roma Zago è attratto giardini pubblici, in particolare quelli delle splendide “Ville” con terrazze panoramiche mozzafiato sulla città, come appunto Villa Borghese, ma anche Villa Doria Pamphili eVilla Sciarra, ritraendo anche qui gruppi di signore con bambini ai piedi oppure sedute sulle panchine a chiacchierare.